Geoturista,
Salento in vista! giornata itinerante di geoturismo
Il
Geoevento che avrà inizio da Otranto per tutta la Settimana del Pianeta Terra,
va vissuto da parte di studenti, visitatori locali e turisti di qualsiasi età,
come "scoperta della terra", per godere delle bellezze della natura e
capire la storia geologica della costa adriatica, ricadente nel Parco Naturale
Regionale Costa d'Otranto - S.M. di Leuca e Bosco di Tricase. Qualsiasi
argomento geologico sarà occasione di un viaggio per immagini...camminando,
osservando, ascoltando, scoprendo.
I
partecipanti potranno visitare i geositi (spettacolarità geologiche che
raccontano la storia, gli eventi o i processi del passato) con pregevole valore
turistico e d interessante significato scientifico ed avranno la possibilità di
fare delle passeggiate en plain air (geotrekking) dove potranno osservare rocce
con fossili di barriere coralline, depositi di un antichi maremoti, forme
originatesi inseguito alle variazioni del livello marino legate ai cambiamenti
climatici del passato (terrazzi marini e fluviali) faglie, rias, canyon, depositi
costieri quaternari, resti fossili di mammiferi, ecc.
Programma Itinerario:
1. “Laghetto della Cava di Bauxite” (Otranto)
2. “Rias - Depositi di maremoto” percorso
geotrekking – 4 km (Porto Badisco)
3. “La cava costiera di Porto Miggiano” (Santa
Cesarea Terme)
4. “Le Calcareniti del Pleistocene del Salento”
(Castro)
6. “Il Fiordo Ciolo” percorso geotrekking - 1 km
(Gagliano del Capo)
7. “L’incontro dei due mari a Punta Meliso”
(Faro e Santuario di Santa Maria di Leuca)
La bauxite di Otranto venne estratta, lavata, imbarcata nel
vicino porto e spedita a Marghera per tutti gli anni ’60 e sino al 1976. La Bauxite fu e lo è tuttora,
la materia prima dalla quale si estrae l’ alluminio e trova anche altri
impieghi, sempre più diffusi, nella preparazione di abrasivi, di refrattari e di colori. Nel cratere grazie alla presenza di una falda
freatica, si è originato un piccolo specchio d’ acqua dolce perenne; la pittoresca unione
bicromatica tra il verde smeraldo dell’ acqua e il rosso ruggine dei calanchi
scavati dalle piogge meteoriche, rappresenta un luogo spettacolare.
Secondo un'interpretazione ricorrente fu
Badisco il primo approdo di Enea, descritto nell'Eneide di Virgilio: l'eroe vi avrebbe fatto scalo nel suo viaggio in Italia dopo la fuga da Troia.
Trattasi
dal punto di vista geomorfologico di una piccola insenatura profonda, dalle coste ripide, che costituisce
la sezione terminale di una antica valle incisa dall’erosione fluviale e quindi
invasa dalle acque del mare, in seguito all’ultima fase di sollevamento
postglaciale del livello marino. Se ne hanno esempi tipici nelle sezioni
costiere della Galizia, della Bretagna, della Sardegna, della Cina
meridionale. La Rias è impostata su depositi formatisi successivamente ad una
breve fase di emersione, tra l’Oligocene ed il Miocene, in quanto il mare
invase quasi completamente (ad eccezione forse delle parti più elevate delle
attuali Serre) la Penisola Salentina. Le Calcareniti di Porto badisco sono detritiche
e quindi indicative di un ambiente di più elevata energia (presenza di alghe
rosse calcaree Rodoliti).
IL
paesaggio costiero compreso tra Torre S, Emiliano e Porto Badisco è costituito
da una costa rocciosa bordata verso l’interno da una piattaforma di abrasione
posta circa 8 m di quota,caratterizzata da un accumulo di centinaia di blocchi
rocciosi di grandi dimensioni. Il terremoto del 20 febbraio 1743 come
responsabile della formazione di due devastanti onde di maremoto che produssero
l’accumulo di blocchi rilevato lungo la costa.
In località Archi e Porto Miggiano a Santa Cesarea Terme è
possibile ammirare in diverse cave
costiere le Calcareniti del Salento
pleistoceniche sono depositi di scarpata e base di scarpata sottomarina,
alimentati sia dai sistemi carbonatici di mare sottile presenti fra le Serre
che da produzione lungo il pendio.
Lungo la dirupata falesia che caratterizza il versante
costiero da Castro Marina al Capo Santa Maria di Leuca sono presenti brevi e
profonde insenature corrispondenti ai tratti terminali di profondi solchi
erosivi con pareti ravvicinate, simili a canyon, invasi a valle dal mare (rias)
a seguito del recente avanzamento del mare olocenico (trasgressione
fiandriana).
Infine ecco a Leuca l’incontro
dei due mari a Punta Meliso, l’avanposto italiano di natura calcarea risalente
al Miocene costellato da grotte costiere, falesie e terrazzi di abrasione
marina sollevati dalla tettonica pleistocenica.
Autore: Geologo
Carmine Vitale dottore di ricerca in Scienze della Terra esperto in geoturismo
ideatore del geoevento e titolare di GeoTask (www.geotask.it),