sabato 4 ottobre 2014

GEOEVENTI: SETTIMANA DEL PIANETA TERRA 2014





Geoturista, Salento in vista!  giornata itinerante di geoturismo
Il Geoevento che avrà inizio da Otranto per tutta la Settimana del Pianeta Terra, va vissuto da parte di studenti, visitatori locali e turisti di qualsiasi età, come "scoperta della terra", per godere delle bellezze della natura e capire la storia geologica della costa adriatica, ricadente nel Parco Naturale Regionale Costa d'Otranto - S.M. di Leuca e Bosco di Tricase. Qualsiasi argomento geologico sarà occasione di un viaggio per immagini...camminando, osservando, ascoltando, scoprendo.
I partecipanti potranno visitare i geositi (spettacolarità geologiche che raccontano la storia, gli eventi o i processi del passato) con pregevole valore turistico e d interessante significato scientifico ed avranno la possibilità di fare delle passeggiate en plain air (geotrekking) dove potranno osservare rocce con fossili di barriere coralline, depositi di un antichi maremoti, forme originatesi inseguito alle variazioni del livello marino legate ai cambiamenti climatici del passato (terrazzi marini e fluviali) faglie, rias, canyon, depositi costieri quaternari, resti fossili di mammiferi, ecc.
Programma Itinerario:
1. “Laghetto della Cava di Bauxite” (Otranto)
2. “Rias - Depositi di maremoto” percorso geotrekking – 4 km (Porto Badisco)
3. “La cava costiera di Porto Miggiano” (Santa Cesarea Terme)
4. “Le Calcareniti del Pleistocene del Salento” (Castro)
6. “Il Fiordo Ciolo” percorso geotrekking - 1 km (Gagliano del Capo)
7. “L’incontro dei due mari a Punta Meliso” (Faro e Santuario di Santa Maria di Leuca)
La bauxite di Otranto venne estratta, lavata, imbarcata nel vicino porto e spedita a Marghera per tutti gli anni ’60 e sino al 1976. La Bauxite fu e lo è tuttora, la materia prima dalla quale si estrae l’ alluminio e trova anche altri impieghi, sempre più diffusi, nella preparazione di abrasivi, di  refrattari e di colori.  Nel cratere grazie alla presenza di una falda freatica, si è originato un piccolo specchio d’ acqua  dolce perenne; la pittoresca unione bicromatica tra il verde smeraldo dell’ acqua e il rosso ruggine dei calanchi scavati dalle piogge meteoriche, rappresenta un luogo spettacolare. 
Secondo un'interpretazione ricorrente fu Badisco il primo approdo di Enea, descritto nell'Eneide di Virgilio: l'eroe vi avrebbe fatto scalo nel suo viaggio in Italia dopo la fuga da Troia.
Trattasi dal punto di vista geomorfologico di una piccola insenatura  profonda, dalle coste ripide, che costituisce la sezione terminale di una antica valle incisa dall’erosione fluviale e quindi invasa dalle acque del mare, in seguito all’ultima fase di sollevamento postglaciale del livello marino. Se ne hanno esempi tipici nelle sezioni costiere della Galizia, della Bretagna, della Sardegna, della Cina meridionale. La Rias è impostata su depositi formatisi successivamente ad una breve fase di emersione, tra l’Oligocene ed il Miocene, in quanto il mare invase quasi completamente (ad eccezione forse delle parti più elevate delle attuali Serre) la Penisola Salentina. Le Calcareniti di Porto badisco sono detritiche e quindi indicative di un ambiente di più elevata energia (presenza di alghe rosse calcaree Rodoliti).
IL paesaggio costiero compreso tra Torre S, Emiliano e Porto Badisco è costituito da una costa rocciosa bordata verso l’interno da una piattaforma di abrasione posta circa 8 m di quota,caratterizzata da un accumulo di centinaia di blocchi rocciosi di grandi dimensioni. Il terremoto del 20 febbraio 1743 come responsabile della formazione di due devastanti onde di maremoto che produssero l’accumulo di blocchi rilevato lungo la costa.
In località  Archi e Porto Miggiano a Santa Cesarea Terme è possibile ammirare  in diverse cave costiere  le Calcareniti del Salento pleistoceniche sono depositi di scarpata e base di scarpata sottomarina, alimentati sia dai sistemi carbonatici di mare sottile presenti fra le Serre che da produzione lungo il pendio.
Lungo  la dirupata falesia che caratterizza il versante costiero da Castro Marina al Capo Santa Maria di Leuca sono presenti brevi e profonde insenature corrispondenti ai tratti terminali di profondi solchi erosivi con pareti ravvicinate, simili a canyon, invasi a valle dal mare (rias) a seguito del recente avanzamento del mare olocenico (trasgressione fiandriana).
Infine ecco a Leuca l’incontro dei due mari a Punta Meliso, l’avanposto italiano di natura calcarea risalente al Miocene costellato da grotte costiere, falesie e terrazzi di abrasione marina sollevati dalla tettonica pleistocenica.
Autore: Geologo Carmine Vitale dottore di ricerca in Scienze della Terra esperto in geoturismo ideatore del geoevento e titolare di GeoTask (www.geotask.it),

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